Giù la chat non c’è nessuno

Giù la chat non c’è nessuno

 

 

 

Io sono un pescatore di asterischi
sotto un’onda
a forma di parentesi rotonda
che mi porta via
Il pescatore di asterischi – Samuele Bersani – 2000

C’è stato un tempo in cui la connessione ad Internet avveniva a 56k. Tempi in cui i pionieri della rete erano già stati raggiunti dalle prime grandi ondate di utenti. Le compagnie telefoniche passavano dalla tariffa urbana a tempo per la connessione a offerte flat, e s’appariva all’orizzonte l’ISDN. Qualcuno vagheggiava di stabili connessioni DSL. In quel tempo mitico i navigatori affollavano chat dove ancora si parlava di netiquette (poche regole di civile conversazione) utlizzando alcuni servizi di messaging personale (ICQ era coloratissimo) e soprattutto le reti IRC.IRC era il sistema più semplice per chattare, con la poca banda a disposizione e qualcuno sempre pronto a farvi cadere il modem, inviare solo una manciata di caratteri attraverso la rete era la soluzione più veloce per comunicare. Ci si organizzava per argomenti affini (#metalitalia) e soprattutto per divisioni geografiche: #italia, #marche, #sbt, #pda, #liceoscientifico (sbt è acronimo di San Benedetto del Tronto come pda di Porto d’Ascoli).

Ogni sera erano connessi centinaia di utenti a queste piazze virtuali nelle quali valevano siano la conversazione 1-1 sia quella condivisa tra tutti i presenti on-line. E giù litigate di politica e di pallone, come in un bar o in una piazza reali….
Oggi la chat è cambiata. Da momento di aggregazione digitale è diventata lo strumento stesso dell’isolamento. Il confronto e la ricerca avvengono solamente uno-a-uno e questa è una delle grosse perdite della rete.
La dimensione del social networking, tanto invocata nel web 2.0, perde a causa della disaffezione per IRC e per il suo modello di conversazione uno degli strumenti più forti di confronto. Le chat pochi-a-pochi che avvengono tramite i vari messenger comprenderanno sempre e soltanto persone conosciute in maniera diretta. La possibilità per un newbie, o novellino, di incontrare in modo casuale qualcuno molto più esperto che lo possa aiutare a vivere meglio la dimensione della rete è molto più bassa e si troverà quasi sempre a crescere in un confronto fra pari. Diminuisce fortemente la possibilità di trasmissione delle competenze in linea verticale.
I comportamenti cambiano, ed Internet non sfugge alle mode. Potrebbero essere i metaversi come Second Life a sostituire IRC?

 

2 Comments
  • Fabio Curzi
    Posted at 19:36h, 05 Marzo Rispondi

    Commento di gabgolan
    Non ho vissuto, purtroppo, l’età eroica di IRC, e la cosa l’ho sempre vista, più che come una piazza, come una stanza dove incontrarmi con pochi, fidati amici. Non dico che questa sia la strada giusta: dico solo che questa è una strada facilmente percorribile. Secondo me, infatti, non è facilissimo gestire una conversazione scritta, in contemporanea, con decine di persone, e dunque sono dell’avviso che fosse connaturato nelle caratteristiche del medium stesso che questa forma di comunicazione finisse per consolidarsi nella dimensione del pochi-a-pochi.
    Chiudo con un mio personalissimo sogno (un sogno che onestamente non mi pare nemmeno troppo campato in aria): che il futuro non sia nei metaversi ma nella realtà.
    A proposito: quando andiamo a farci una birra? 😉

  • Fabio Curzi
    Posted at 19:37h, 05 Marzo Rispondi

    Commento di Log
    L’analisi transazionale immagina la strutturazione del tempo divisa in isolamento, rituali, passatempi, attività, giochi, intimità. Il passatempo è un’ interazione non emotivamente impegnativa in cui esistono regole sociali discretamente elastiche. Chiacchierare dal parrucchiere, sostanzialmente e nella maggior parte dei casi, è un passatempo. L’attività è una interazione in cui esistono regole, ma anche necessità e scopi. Lavorare è, sostanzialmente e nella maggior parte dei casi – si spera!- un’attività.

    Il confronto e la ricerca nella rete avvengono assai più oggi che agli esordi del 56k, e questo perché oggi ci sono blog, social network, forum in abbondanza. Il confronto che avveniva sui canali di sbt era paragonabile, come è stato detto, alla chiacchierata al bar, era un “passatempo”. Inserirsi oggi nel dibattito di un forum, per dirla con l’analisi transazionale, è una attività. Un forum non prevede la contemporanea presenza e il contemporaneo intervento di chi vi prende parte, come nella piazza di IRC, ma non credo che questo infici il confronto. I forum sono un esempio di possibilità di confronto collettivo, e non uno ad uno. La rete non conta dunque, a mio parere, grosse perdite riguardo “confronto e ricerca”.
    La possibilità di approcciare nickname per “passatempo” come accadeva su irc esiste ancora in irc stesso, parzialmente, e in altre chat (ad esempio quella di questo sito), come anche in forum e in blog, presi in maniera più “easy”. Ci si può scambiare il contatto msn, alla stessa maniera in cui si chiedeva (e si chiede) la query privata su irc. Questi rapporti tra nickname che non si sono mai incontrati, a parer mio, sono sempre più frequenti. Le “persone conosciute in maniera diretta” sono solo una parte della lista dei contatti di msn.
    Il resto è fatto da nickname trovati nel web e che abbiamo approcciato con maggior naturalezza di quanta ce ne fosse in passato, quando chattare, forse, era solo un passatempo. Oggi, questi legami fatti di scambi di battute, hanno un fortissimo potenziale relazionale a fronte di uno scarso dispendio di energie che ci fa gola professionalmente ancor più che personalmente. Possiamo essere il pierre di noi stessi, possiamo costruire e mantenere una rete di rapporti molto più grande ed estesa di quella che andava nutrita con cene e aperitivi. Si può mantenere in vita un legame per lungo tempo senza neppure incontrare l’altro, “covando” le relazioni del nostro vivaio, la lista di contatti di nickname senza un corpo (perché senz’altro una faccia da webcam ce l’hanno), riservandoci di intensificare i rapporti quando e se ci servirà. Il web ci offre una iridescenza di possibilità sociali che senz’altro può essere lo strumento per migliorare le nostre competenze, conoscenze, e far fare ginnastica al nostro cervello, utilizzando competenze e conoscenze altrui messe “in open source” in maniera molto friendly, al costo di un ciao giornaliero mandato via msn. Ciò, dal mio punto di vista, è bello. Però non riesco a chiamare i nickname persone, e i rapporti ambientati solo in msn amicizie.

Post A Comment