02 Feb Invertising Vs Il grande silenzio. Due recensioni al prezzo di una.
Qualche giorno fa ho contattato Emidio, tramite Facebook, e gli ho ordinato un libro. Qualche volta sui libri nutro aspettative e allora mi piace comprarli in una libreria vera. In modo che già l’atto dell’acquisto stabilisca un legame tra me e il libro.
Settimane fa avrei voluto scrivere una recensione ad un libro-intervista ad Alberto Asor Rosa uscito quest’estate. Inizialmente pensavo che Il grande silenzio, Intervista sugli intellettuali potesse essere abbinato al libro di Fabio Metitieri, Il grande inganno del web 2.0. Li vedevo appaiati, nel descrivere un mondo dove le idee fanno fatica a farsi largo, ad essere condivise e masticate. Poi la recensione al libro di Metitieri l’ho messa su Anobii e quella ad Asor Rosa è rimasta a sedimentare ancora. Tagliando con l’accetta il libro può essere riassunto in questi concetti
1) Non esistono più i maître à penser, quelle figure di riferimento che indirizzano la società;
2) In Italia non esistono più gli intellettuali che, da una formazione umanistica e specialistica (filosofi, critici della letteratura), riescano a proporre modelli culturali forti e generali;
3) Esiste una civiltà montante che sradica la tradizione e la sostituisce. Di questa civiltà montante fanno parte, a pari diritto, la televisione e Internet.
Ho l’impressione che la realtà non sia questa ed è questo il motivo per cui ho aspettato a scrivere la recensione. Non avevo ben chiaro da dove partire per organizzare una risposta.
Poi sono andato a Firenze e al BTO-Buy Tourism Online ho avuto modo di scoprire (tardi) Paolo Iabichino. In quell’occasione ha messo in gioco una riflessione intitolata Invertising e riassunta nel video che segue, tratto da un suo intervento al Festival dell’Economia di Trento di giugno 2009.
Questo materiale è diventato il libro che ho preso da Emidio, e che si intitola appunto Invertising. Il primo capitolo del libro è stato messo in condivisione sul sito dedicato al progetto. Il libro parla di pubblicità e di comunicazione e di marketing, ma non soltanto.
Parte dalla constatazione che le cose stanno cambiando. Non sono iniziate a cambiare oggi e non finiranno di cambiare oggi. Si tratta di un processo radicale al quale molti analisti prestano attenzione. Ma questi analisti non sono intellettuali nel senso in cui li intendeva Asor Rosa. Sono professionisti, sono imprenditori, che vedono il mondo cambiare e si pongono delle domande e cercano risposte. Ci sono anche sociologi, anche economisti, che il più delle volte si trovano impegnati in una sorta di prima linea. Tutti autori che Iabichino cita e che sono già impegnati in un confronto che valica i confini nazionali.
Un elemento molto interessante del libro è che non proponga ricette. Pone questioni e interroga il lettore sulle soluzioni possibili, ma non è un manuale per pubblicitari. Credo che questo faccia parte dello spirito dei tempi, in cui la risposta piuttosto che provenire da una sola fonte è il frutto di una conversazione a cui tutti possono partecipare.
Provo allora a rispondere alle tre questioni che ho sintetizzato dal libro di Asor Rosa.
1) I maître à penser ci sono ancora. Ma il loro accreditamento non passa dal consorzio accademico, dalle classifiche di vendita dei libri e neppure dal numero degli accessi al sito web. Sono riconosciuti da una sorta di “res publica” di pari digitali, ma pressoché sconosciuti al resto del mondo.
2) Gli intellettuali esistono, ma non svolgono un’attività prevalentemente speculativa. Fanno “cose” oltre a fare “idee”. Sono pubblicitari, ingegneri, sviluppatori, start-upper. Solo che invece di lavorare a testa bassa condividono la loro visione del mondo. Contemporaneamente questi due gruppi costruiscono e mettono in atto i modelli culturali della cyberborghesia.
3) La televisione non fa parte della civiltà montante più di quanto non ne faccia parte il teatro kabuki. Vengono tutte e due da un’altra era. La civiltà montante, ammesso che la definizione sia corretta, ha al suo centro Internet. E’ la spina dorsale, il midollo, di tutte le connessioni in atto. La rete nervosa che raccoglie e trasporta gli stimoli al cervello.
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