06 Apr Piceno è primavera!
Sarà stato a scuola, probabilmente alle elementari, la prima volta che qualcuno ha iniziato a raccontarmi degli antichi Piceni. A raccontare la storia di una popolazione in cui i più giovani si caricavano di bagagli, di armi e di speranza e lasciavano il villaggio seguendo un animale totem che li avrebbe guidati in un nuovo paese da abitare. Il tempo di queste migrazioni era la primavera, il tempo sacro del rinnovamento. Oggi, 6 aprile 2009, la primavera è di nuovo iniziata e quest’anno rispetto allo scorso il suo odore tardivo è ancora più atteso. Quest’anno come non capitava da tempo una nuova generazione può prendere in mano il destino del suo territorio. Può costruire il futuro dei campi e delle vigne, delle strade e dei ponti, delle botteghe e delle fabbriche. Una generazione che dovrà lasciare le case in cui ha abitato finora, dovrà rinnegare i padri ed i padroni, per scoprire cosa può fare con le sue forze.
Tra due mesi andremo a votare.
Potremo scegliere cosa vale per noi. Se valgono le case già abitate, i partiti consumati e il potere dei vecchi capibranco, o potremo scegliere di dare valore al nostro futuro.
Domani ritorneremo ad abitare i partiti, ma quando li avremo rifatti nuovi, dalle fondamenta.
Oggi è necessario migrare.
Pensare un territorio nel quale gli uomini di partito non esistano, in cui nessuno debba chinare il capo, frenare la lingua, parlare abbassando la voce perchè gli animali da caccia hanno l’udito fine. Smettere di sentirsi prede dei potenti, invece che persone nel pieno della dignità. Smettere di sentirsi in debito coi ras della vallata.
Entro due mesi si presenterà qui un signore a dirci quanto lui sia bravo, capace, forte. Verrà qui perchè il suo uomo non è capace di parlare da libero. Verrà qui perchè questa terra ancora non si è piegata alla sua megalomania e cercherà tra noi chi gli apra le porte. Persone incatenate alla voglia di potere, alle clientele, agli scambi.
Per la nostra primavera il pericolo verrà di nuovo da Roma, da due palazzi diversi ed uguali. Pronti a sbranarsi in pubblico oggi ed accordarsi domani per tagliarsi una torta sulle nostre teste.
Oggi è primavera e di nuovo è tempo di costruire il futuro.
Oggi, Piceno, è primavera!
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