19 Nov Su Ascanio Celestini che vince il premio Volponi e qualche pensiero su tutto il resto
Anche il premio Volponi riconosce ad Ascanio Celestini un talento che va oltre quello dell’attore, premiandolo come autore del romanzo Lotta di classe.
Ho l’impressione che qualcosa in Italia stia, molto lentamente, cambiando. Che si faccia un importante lavoro intellettuale al di fuori di quelle che sono le sedi preposte è un elemento ovvio. Ma che premi istituzionali inizino a riconoscere in figure più eccentriche, più eclettiche, un ruolo di interpretazione della realtà, questo mi sembra interessante.
Vale il problema che si pone lo scrittore protagonista dell’ultimo libro di Ammanniti: “Sono più famoso per i miei libri o per la mia trasmissione in tv?”. Vale sicuramente la natura stessa del premio Volponi, legato ad un certo modo di intendere il lavoro intellettuale.
Da qualche tempo vorrei scrivere un post sull’intervista di Alberto Asor Rosa Il grande silenzio, in rapporto ai cambiamenti in corso (con note sui Barbari di Baricco). Per ora mi limito a questo appunto: gli intellettuali del ‘900 sono praticamente estinti (ha ragione Asor Rosa), ma esistono nuove forme di riflessione che vengono portate avanti da figure a cui non si sarebbe guardato minimamente negli scorsi anni. Mi vengono in mente persone della pubblicità e del marketing, imprenditori, giornalisti, blogger, che si aggiungono a e sostituiscono quelli che sono stati tradizionalmente i responsabili (?) della costruzione di senso e di cultura.
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